lunedì 28 gennaio 2013

Il sesso. A volte è per celare il vuoto che ha dentro, per dare altre ragioni ai suoi sospiri, per sostituire, anche solo per qualche prezioso attimo,con il piacere quel dolore che porca troia non se ne va, per riprendersi un po' dei crediti che sente di avere con la vita, per rifarsi del tempo rubato, per metterci un po' di sapore alle giornate insipide, per non piangere, per dare sfogo alla furia che ha addosso e che un po' deve pur buttare fuori per non esplodere. Per riscoprirsi selvaggia e avere conferma di esser ancora viva. Per ritrovarsi. Perchè lui a lei non pensa più da tempo. Per vendicarsi. Perchè le piace. Per illudersi di poter così guarire le sue ferite.
Per dimenticare.
Poi fuma e se ne vai. Scappando dalle carezze che non vuole perchè non son le sue. Perchè a quelle non è ancora pronta.
A dispetto dei denti momentaneamente sciolti in un sorriso effimero, sa bene di non aver dimenticato proprio un cazzo.
E le manca. Farlo per amore.
Le manca Lui.

domenica 27 gennaio 2013

Ho ricordi preziosi che pure vorrei riuscire a lasciare andar via.

Poi ci sono cose che invece no, non si devono dimenticare. Mai.

sabato 26 gennaio 2013

#11

Una persona la sai. La annusi. La senti. Sulla pelle e nella pancia.
Le parole sono un contorno. Non indispensabili. A volte ridondanti.

venerdì 25 gennaio 2013

#10

Ogni tanto urlicchio "UACCIUARIUARI" così, dal nulla. Secondo me lo faccio per buttare via un po' dell'inquietudine che ho dentro.
O forse son pazza. Boh.

giovedì 24 gennaio 2013

#9

Mentre Monte dei Paschi di Siena sta naufragando e attende solo 4 milardi di aiuti dallo Stato, quindi soldi nostri, e mentre noi assistiamo al solito e desolante spettacolo del rimbalzo di colpe, Banca Etica in silenzio chiude in positivo.
Che l'Etica porta anche profitto, per tutti. Chissà se mai lo capiremo.

mercoledì 23 gennaio 2013

#8

Quando ve la tirate con questo autocompiacimento da rivista per pornografi, in realtà ciò che comunicate di voi è l'opposto. 
Se davvero foste così strappamutandine come vi definite, non avreste appunto bisogno di autodefinirvi tali.
Nel tuo caso poi ne ho pure le prove.

martedì 22 gennaio 2013

#7

La felicità non è fatta di parole, sogni, aspettative e orizzonti mai raggiungibili.
La felicità è fatta di ciccia. Di occhi, abbracci, sorrisi, corpi intrecciati. Di adesso.
La felicità, quando ce l'hai, la tocchi.

lunedì 21 gennaio 2013

#6

Che palle che siete quando scrivete in modo artisticato  sempre e solo di amore, delusioni, sesso, patemi.
I sentimenti sono roba importante e voi li riducete a chiacchiere da bar o a strategie di acchiappo facile.
L'amore segue è semplice e segue binari lineari. Il resto è solo roba da leggere. Scenografia.
Se poi avete superato una certa, anche basta, dai.
E si parlo proprio io, embè?

domenica 20 gennaio 2013

#5

Non bastava il terremoto. Ora anche il rischio Scilipoti.
Povero Abbruzzo.

lunedì 14 gennaio 2013

#4

Un giorno poi la smetterò di rimandare cose già rimandate. Compreso smettere di amarti. Oggi non è quel giorno.

sabato 5 gennaio 2013

#3



È successo inaspettatamente. 
Sei tornato da una scritta.
Il ricordo di te è stato prepotente. Ma fa meno male ora. Un male diverso. 

Sei tornato, e allora ho pensato a te che ti riempi di etere e parole e mediocrità. 
E a me che invece ho la furia del movimento. Entrambi per soffocare e mascherare il vuoto che ci siamo creati. Credo.

In questi mesi ho dato ad altri la colpa di non esser te. 
Ho i denti meno stretti. Mantengo ancora anche io la guerra negli occhi, ho l'anima meno in fiamme e un vuoto che no so riempire dentro e che sembra non aver soluzione. Mi muovo in continuazione. Ma dentro sono immobile. In apnea. Ho perso i sogni, i ricordi, la voglia. La Fiducia. Non so in che direzione muovere il primo passo. Perchè non so cosa volere. Ma so che tutto quello che mi si è presentato in questi mesi dopo di te non l'ho voluto. O forse lo volevo anche. O lo avrei voluto più in là. Ma l'ho cacciato via. Con una furia che non mi riconoscevo da tempo.

Ti ho letto sempre, in silenzio, fino poco fa. E' 4 anni che leggo ogni tua parola. E il più delle volte l'ho sempre fatto in silenzio, L'ho fatto per capirti. Anche se a volte le tue parole sono state pugnalate su ferite già sanguinanti.  Ma tu questo non lo saprai mai. O non lo capirai mai. Tu a me sembri non pensarci mai. Del resto non te ne sei nemmeno mai preoccupato del male che potesse farmi leggerti. Hai scelto la mediocrità. Non solo alla nostra salvezza. Ma anche per te stesso. 


Alla fine ho accettato e fatto pace con il tuo lato oscuro, Che è un buco nero. Sei un isola tu. Mai totalmente conquistabile. Che strano: ho dovuto perderti per conoscerti e capirti fino in fondo. 

Ho pianto sangue con te e pensavo di aver esaurito le lacrime. E invece mi erano rimaste le ultime due che ho fatto scorrere. In silenzio. Da sola. Che io per piangere ho sempre dovuto nascondermi. Come fosse una colpa. Pure con te. 

Ho lasciato scorrere queste ultime due lacrime.
Poi ho richiuso la nostra scatola e ho ripreso camminare. 

In un certo senso non ti ho mai amato più profondamente di ora. Così come non sono mai stata più pronta di ora a lasciarti andare finalmente via.